La violenza contro il Parlamento Veneto ha un mandante di colore verde padano
I fatti accaduti ieri sera hanno una chiara matrice e rispondono a un’azione di provocazione da parte di un’entità esterna. Risulta anche molto semplice capire chi fosse il mandante. Ha un colore molto noto, il verde padano, che negli ultimi tempi si è un po’ annacquato di tricolore.
Per capirlo, leggiamo innanzi tutto le dichiarazioni del Governo al Parlamento Provvisorio della Repubblica Veneta in occasione della seduta di ieri sera.
“Esiste una ben precisa giurisdizione della Repubblica Veneta che nasce dal Plebiscito Digitale e dall’insediamento della Delegazione dei Dieci della Repubblica Veneta.
Il Parlamento Provvisorio e il Governo Provvisorio della Repubblica Veneta nascono all’interno di tale quadro istituzionale e nel rispetto di tali autorità costituite.
In particolare la Delegazione dei Dieci costituisce la principale Magistratura Politica della Repubblica Veneta grazie al mandato originale ricevuto dal Popolo Veneto.
Le Istituzioni Venete non si preoccupano di altri movimenti, organizzazioni ed entità politiche autoproclamatesi, indipendentemente dal percorso che seguono. D’altro canto necessitano dei normali requisiti alla base di ogni giurisdizione, in primis la compatibilità di chi ricopre posizioni pubbliche nel quadro istituzionali veneto, fino al punto di poter eliminare potenziali vulnus alla stabilità dell’architettura emersa dalla dichiarazione di continuità e indipendenza della Repubblica Veneta solennemente proclamata il 21 marzo 2014 a Treviso.
L’emergere di entità che sono incompatibili con tale quadro istituzionale ha quindi obbligato la Delegazione dei Dieci a intervenire con la propria deliberazione n. 1/2016 che intende fissare per iscritto ciò che il buon senso avrebbe dovuto suggerire: non si può pensare di essere fedeli a due differenti autorità costituite nello stesso tempo, a maggior ragione se una agisce in violazione dei principi fondanti dell’altra. Se è normale che un cittadino possa manifestare la propria adesione e vicinanza a entità diverse non ponendosi il problema della coerenza e del quadro generale in cui si inseriscono, un deputato della Repubblica Veneta, per fare un esempio, non può ignorare tale incompatibilità. Da qui deriva una scelta: o si svolge una funzione istituzionale per conto della Repubblica Veneta, rispettandone le Istituzioni e i principi, oppure si milita in formazioni con essa incompatibili, più o meno paramilitari. Chi non fa propria questa scelta viene allontanato senza indugio dalla cornice istituzionale della Repubblica Veneta“.
Il dovere istituzionale dei deputati della Repubblica Veneta emerge anche a fronte della dichiarazione giurata che essi hanno firmato all’atto della presentazione della propria candidatura al Parlamento provvisorio della Repubblica Veneta, che recitava, testualmente “con la presente dichiarazione dichiaro di accettare la candidatura a deputato del Parlamento Provvisorio della Repubblica Veneta […]. Nel farlo riconosco il referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014 e la giurisdizione della Delegazione dei Dieci”.
Dopo i gravi fatti di ieri sera e alla luce dell’esame dei video, delle immagini e delle testimonianze raccolte in occasione delle minacce ricevute nei giorni precedenti e durante l’attacco violento nei confronti del Parlamento provvisorio della Repubblica Veneta è stata quindi aperta da parte del Comitato Esecutivo del Governo provvisorio della Repubblica Veneta una procedura di analisi di compatibilità istituzionale nei confronti dei seguenti deputati: Ivano Furlan, Mario Nogherotto, Silvia Gandin, Franco Pistoia, Massimo Gava. Non è escluso che altre procedure possano essere aperte nei confronti di altre persone che hanno partecipato alle azioni di violenza mirate ad interrompere l’esercizio sovrano del potere legislativo da parte del Parlamento provvisorio della Repubblica Veneta.
Se le analisi di incompatibilità dovessero avere riscontro positivo, seguirà ovviamente, in tempi rapidi, l’adozione di opportuni provvedimenti disciplinari secondo quanto previsto dalle normative della Repubblica Veneta.
A tutta la cittadinanza veneta viene nel contempo segnalata l’estrema pericolosità sociale dell’organizzazione autoproclamatasi Clnv (“comitato di liberazione nazionale veneto”), che, a fronte di una totale insussistenza, incoerenza e ignoranza espressa nei propri contenuti deliranti, ha anche creato le condizioni e il clima di fatto necessario per la grave azione di ieri sera tramite alcuni propri adepti presenti e pre-organizzati, confermando la propria devianza e inclinazione alla violenza verbale e da ieri sera anche fisica da parte di alcuni propri iscritti. Se poi si va a vedere a chi giova tale azione si capisce anche chi possa essere il mandante vero. E l’unica organizzazione a trarre un chiaro vantaggio dall’attacco all’indipendentismo veneto moderato, serio e preparato è sempre e solo il partito-stato della lega nord, geneticamente integrata alla malapianta corrotta del burosauro italiano.
Nel frattempo rivolgiamo la raccomandazione a tutti i veneti per bene di stare ben distanti da queste organizzazioni inclini alla violenza, anche perché non servono proprio a nulla e non portano risultati concreti al di là dei proclami.
Ufficio di Presidenza
Parlamento provvisorio della Repubblica Veneta